L’aspettativa di maternità, il congedo di paternità e il congedo parentale rappresentano pilastri fondamentali per equilibrare vita lavorativa e familiare. Negli ultimi anni, il legislatore italiano ha introdotto modifiche significative per sostenere i genitori, agevolare la cura dei figli e migliorare la qualità di vita delle famiglie.
In questo articolo, troverai una panoramica completa su leggi, requisiti, modalità di richiesta e suggerimenti pratici per massimizzare i benefici di questi istituti. Dalle nuove indennità all’80% che entreranno in vigore successivamente al 31 dicembre 2023, alle condizioni e ai vincoli, la guida ti aiuterà a comprendere come godere appieno di questi diritti.
Indice dei contenuti
- Introduzione e contesto
- Cosa si intende per aspettativa di maternità (e differenze con il congedo parentale)
- Il quadro normativo e le fonti di riferimento
- Le novità più importanti: due mesi di congedo indennizzati all’80%
- Durata, ripartizione e condizioni di utilizzo
- Requisiti, limitazioni ed esclusioni
- Obiettivi e finalità delle nuove misure
- Consigli pratici per organizzare al meglio i congedi
- Domande frequenti (FAQ)
- Come richiedere il congedo di maternità, paternità e parentale
- Risorse utili e link esterni
- Conclusioni
Introduzione e contesto
La nascita di un figlio è un momento straordinario nella vita di ogni famiglia, ma comporta anche inevitabili cambiamenti organizzativi, economici ed emotivi. Proprio per questo, la legislazione italiana ha progressivamente affinato una serie di istituti volti a tutelare il diritto dei genitori di prendersi cura del bambino senza rinunciare in modo definitivo alla propria carriera professionale.
L’aspettativa di maternità (congedo di maternità obbligatorio), il congedo di paternità e il congedo parentale sono la manifestazione più concreta di questa tutela: offrono un periodo di astensione dal lavoro, in parte retribuito, per dedicarsi alla cura del neonato. Nel corso degli ultimi anni, queste norme hanno subito numerose modifiche, soprattutto per incoraggiare una maggiore condivisione tra madre e padre, e contrastare il forte calo demografico in Italia.
Cosa si intende per aspettativa di maternità (e differenze con il congedo parentale)
Aspettativa di maternità o congedo di maternità obbligatorio

L’aspettativa di maternità è il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro riconosciuto alla lavoratrice madre prima e dopo il parto. In genere, la durata è di cinque mesi (due mesi prima e tre dopo la nascita), salvo opzioni diverse (ad esempio, “flessibilità” che consente di lavorare fino all’8° mese di gravidanza e godere di quattro mesi dopo il parto).
Durante questo periodo, la madre ha diritto a un’indennità sostitutiva della retribuzione erogata dall’INPS (o anticipata dal datore di lavoro, a seconda della propria posizione), pari all’80% della retribuzione media giornaliera. In alcuni contratti collettivi, il datore di lavoro integra l’indennità per arrivare al 100% della retribuzione.
Congedo parentale: un’estensione facoltativa
Il congedo parentale, invece, è un periodo di astensione facoltativa dal lavoro, successivo (o in aggiunta) all’obbligo di maternità/paternità, che può essere fruito da entrambi i genitori entro specifici limiti temporali e retributivi. L’obiettivo principale è permettere una presenza più prolungata in famiglia durante i primi anni di vita del bambino.
Il quadro normativo e le fonti di riferimento
La disciplina della maternità, paternità e congedo parentale è contenuta in varie fonti normative che si sono succedute nel tempo. Le principali sono:
- D.Lgs. n. 151/2001 (Testo Unico sulla maternità e paternità): rappresenta la base legislativa di riferimento.
- Legge di Bilancio (diversi anni): ha introdotto e modulato negli anni i periodi di congedo di paternità obbligatorio e altre misure di sostegno alle famiglie.
- Circolari INPS: chiariscono i dettagli applicativi, le modalità di richiesta e di calcolo delle indennità.
Per un aggiornamento continuo, consigliamo di consultare:
Le novità più importanti: due mesi di congedo indennizzati all’80%
Uno dei cambiamenti più significativi riguarda il congedo parentale successivo al periodo di maternità/paternità obbligatorio. In particolare, per i genitori che terminano il congedo di maternità o paternità dopo il 31 dicembre 2023, sono previsti due mesi di congedo parentale indennizzati all’80% della retribuzione.
Dal 2025, la normativa prevede un’ulteriore rimodulazione: il primo mese resta indennizzato all’80%, mentre il secondo è ridotto al 60%. Tale soluzione transitoria (80% per entrambi i mesi nel 2024 e poi 80%+60% dal 2025) è stata pensata per incentivare l’utilizzo del congedo in maniera più immediata, per poi gradualmente rientrare in un equilibrio tra sostegno economico e sostenibilità del sistema previdenziale.
Durata, ripartizione e condizioni di utilizzo
Durata massima e aliquote di indennizzo
Il congedo parentale può essere fruito in modo flessibile, entro determinati limiti di tempo e di indennità. In particolare:
- Due mesi (per uno dei genitori o suddivisi tra entrambi) sono indennizzati all’80% (e dal 2025, 80%+60%).
- I restanti mesi (fino a un massimo di 9) continuano a essere indennizzati al 30%, come previsto dalla normativa precedente.
Il limite complessivo di congedo parentale è di 10 mesi tra entrambi i genitori (estendibile a 11 se il padre si astiene per almeno 3 mesi). Questo tetto è stato pensato per evitare un’eccessiva assenza dal mondo del lavoro e, al tempo stesso, offrire un periodo adeguato per la cura del bambino.
Finestra temporale di fruizione
I due mesi all’80% (o 80%+60% dal 2025) possono essere fruiti entro il sesto anno di vita del bambino. È una finestra temporale piuttosto ampia, che offre alla coppia la possibilità di programmare con una certa flessibilità i periodi di congedo.
Oltre a ciò, è bene ricordare che il congedo parentale complessivo (anche oltre i due mesi citati) può essere utilizzato fino al 12° anno di vita del bambino, con la differenza che, dal compimento dei 6 anni in poi, l’indennità si riduce generalmente al 30% (salvo situazioni particolari e contrattazioni).
Ripartizione tra madre e padre
Per favorire la condivisione delle responsabilità genitoriali:
- La madre ha 3 mesi di congedo parentale non trasferibili, fino al 12° anno di vita del bambino.
- Il padre ha 3 mesi di congedo parentale non trasferibili, fino al 12° anno di vita del bambino.
- È possibile utilizzare ulteriori 3 mesi in modo alternato tra i genitori, raggiungendo così un totale complessivo di 9 mesi (o 10 o 11, se il padre si astiene almeno 3 mesi) a seconda dei casi specifici.
Questo schema incoraggia i padri a usufruire dei periodi di congedo, riducendo lo sbilanciamento che vede tradizionalmente le madri farsi carico di gran parte della cura dei figli. Allo stesso tempo, garantisce a ciascun genitore una “quota rosa” e una “quota azzurra” non cedibile, incentivando così una maggiore equità.
Requisiti, limitazioni ed esclusioni
Lavoratori beneficiari
La maggiorazione all’80% si applica esclusivamente ai lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati. Rimangono esclusi i lavoratori autonomi e gli iscritti alla Gestione separata INPS, che spesso usufruiscono di altre forme di tutela, ma non dell’indennità maggiorata descritta.
Per avere diritto a questa indennità, è sufficiente che almeno uno dei genitori goda di un giorno di congedo parentale dopo il 31 dicembre 2023. In altre parole, non è necessario che entrambi finiscano il periodo obbligatorio in data successiva, ma è sufficiente il rispetto del requisito da parte di uno solo.
Limiti temporali
Come detto, i due mesi indennizzati all’80% (o 80%+60% dal 2025) devono essere fruiti entro il sesto anno di vita del bambino, mentre i successivi periodi di congedo (fino al 12° anno) sono soggetti all’aliquota del 30%.
Eventuali contratti collettivi o accordi aziendali possono comunque prevedere condizioni di miglior favore, come l’integrazione al 100% della retribuzione o la possibilità di estendere ulteriormente il periodo di congedo (anche se non sempre retribuito allo stesso livello).
Obiettivi e finalità delle nuove misure
Le misure che elevano il livello di indennizzo per il congedo parentale rispondono a una pluralità di obiettivi:
- Migliorare il sostegno alle famiglie: la maggiorazione della retribuzione rende meno gravoso dal punto di vista economico assentarsi dal lavoro, un fattore cruciale soprattutto nei primi mesi di vita del bambino.
- Promuovere la condivisione delle responsabilità genitoriali: quota madre e quota padre non trasferibili, oltre al periodo aggiuntivo di 3 mesi, favoriscono un impegno più bilanciato di entrambi i genitori.
- Contrastare il calo delle nascite: le politiche per la famiglia mirano a rendere la genitorialità più sostenibile, nell’ottica di invertire la tendenza demografica negativa.
Consigli pratici per organizzare al meglio i congedi
Organizzare i congedi di maternità, paternità e parentali in modo strategico può alleviare lo stress familiare e lavorativo, oltre a massimizzare i vantaggi economici e di cura. Ecco alcuni suggerimenti:
Pianificare in anticipo
- Valutare le date: Stabilisci con anticipo quali mesi dedicare al congedo, per sfruttare al meglio la finestra entro i 6 anni di età del bambino e ottenere l’indennità più alta (80% o 80%+60%).
- Coordinarsi con il partner: Se entrambi i genitori lavorano, è utile sincronizzare i calendari lavorativi per evitare sovrapposizioni inutili e, al contempo, coprire un arco temporale più esteso possibile.
Comunicare per tempo con il datore di lavoro
- Avvisare l’ufficio del personale: Informa l’azienda con un adeguato preavviso, così da poter organizzare al meglio la turnazione e le sostituzioni.
- Chiedere eventuali integrazioni: Verifica se il tuo CCNL o la tua azienda prevede una copertura superiore all’80% (o al 30% per i mesi ulteriori) per i congedi parentali.
Sfruttare la flessibilità
- Congedo a ore o a giorni: In alcuni casi, è possibile godere del congedo in modalità frazionata, consentendo di conciliare meglio lavoro e cura del bambino.
- Part-time post maternità: Valuta se il passaggio temporaneo a un part-time può essere un’opzione per graduale rientro e gestione familiare più serena.
Tenere d’occhio le scadenze
- Entro il 6° anno di vita: Per i due mesi di indennità maggiorata (80% o 80%+60%).
- Entro il 12° anno di vita: Per i restanti mesi di congedo parentale (al 30%).
Domande frequenti (FAQ)
- 1. L’indennità all’80% è garantita a entrambi i genitori?
- Sì, è prevista complessivamente per la coppia (o per uno solo dei genitori) dopo il 31 dicembre 2023. Sarà usufruibile entro il sesto anno di vita del bambino. Dal 2025, il primo mese resta all’80% e il secondo passa al 60%.
- 2. Cosa succede se non si utilizzano i due mesi all’80% entro i 6 anni del bambino?
- Se non si utilizza questa quota nei tempi previsti, si perde il diritto alla maggiorazione e si potrà eventualmente usufruire del congedo parentale alle condizioni ordinarie (30%).
- 3. I lavoratori autonomi possono usufruire di questa maggiorazione?
- No, la normativa che prevede la maggiorazione all’80% è riferita esclusivamente ai lavoratori dipendenti, pubblici o privati. I lavoratori autonomi hanno invece regole differenti e, al momento, non beneficiano di questa specifica forma di maggiorazione.
- 4. Come avviene il pagamento dell’indennità?
- Generalmente, l’INPS versa l’importo tramite il datore di lavoro, che lo anticipa in busta paga e lo conguaglia con i contributi dovuti all’INPS. In alcuni casi specifici, può essere erogato direttamente dall’Istituto.
- 5. Il padre è obbligato a usufruire del congedo parentale?
- Non è obbligato, se si parla di congedo parentale facoltativo, tuttavia esistono giorni di paternità obbligatoria che il padre deve fruire subito dopo la nascita (quantitativo definito dalle ultime Leggi di Bilancio). Inoltre, i 3 mesi non trasferibili sono un diritto riservato al padre, ma non un obbligo stringente. Se non utilizzati, vanno persi.
Come richiedere il congedo di maternità, paternità e parentale
Passaggi fondamentali
- Comunicazione al datore di lavoro: Invio di una lettera o e-mail formale con le date di inizio e fine del congedo, rispettando i termini di preavviso previsti per legge o dal CCNL.
- Domanda all’INPS: Presentazione della richiesta tramite il portale INPS, Contact Center o Patronato. È necessario allegare la documentazione richiesta (certificato medico di gravidanza per la maternità obbligatoria, dichiarazione di nascita per la paternità, ecc.).
- Conferma e pagamento: Se i requisiti risultano in regola, l’INPS autorizza il congedo e si procede all’erogazione dell’indennità (di solito in busta paga, salvo eccezioni).
Compatibilità con altri permessi
Spesso i genitori si domandano se i permessi retribuiti per assistenza a familiari disabili (Legge 104/92) o altre forme di agevolazione siano cumulabili con il congedo di maternità e paternità. In linea di massima, la fruizione dei congedi di maternità/paternità è prioritaria e si sospende l’obbligazione lavorativa; tuttavia, ogni caso va valutato singolarmente, consultando un patronato o un consulente del lavoro.
Risorse utili e link esterni
Per approfondire e rimanere aggiornato sulle ultime modifiche normative, ti consigliamo di consultare:
- INPS – sezione “Prestazioni a sostegno della famiglia”
- Normattiva – per il testo aggiornato di leggi e decreti
- Ministero del Lavoro – per circolari e chiarimenti sul congedo parentale
- Consulenti del lavoro online – approfondimenti e interpretazioni della normativa
Conclusioni
L’aspettativa di maternità, il congedo di paternità e il congedo parentale sono strumenti essenziali per sostenere e tutelare la genitorialità in Italia. Le recenti novità normative, tra cui la possibilità di fruire di due mesi indennizzati all’80% della retribuzione (e poi 80%+60% dal 2025), rappresentano un ulteriore passo verso una maggiore equità e un coinvolgimento più forte anche dei padri nella cura dei figli.
L’obiettivo è chiaro: favorire una genitorialità condivisa, ridurre il gap di genere nel mondo del lavoro, offrire supporto economico nelle fasi più delicate della crescita del bambino e, non ultimo, invertire il trend di calo delle nascite. La presenza più attiva dei padri, unita a un sostegno concreto anche per le madri, crea le premesse per un sistema familiare più solido e un rientro graduale e sereno nel mondo professionale.
Per massimizzare i benefici, è fondamentale pianificare con attenzione i periodi di congedo, informarsi sui requisiti e sulle opportunità offerte dal proprio CCNL o dal datore di lavoro, e mantenersi aggiornati sulle evoluzioni legislative. In questo modo, genitori e figli potranno vivere i primi anni di vita del bambino con maggiore serenità e stabilità, senza rinunciare all’evoluzione della propria carriera.
Infine, ricordiamo che ogni famiglia è diversa e che esistono situazioni particolari. Per una valutazione personalizzata e sicura, è sempre consigliabile rivolgersi a un consulente del lavoro, a un patronato o direttamente all’INPS, così da ottenere informazioni e risposte specifiche.