Indice
Introduzione al Mobbing
Con il termine mobbing si indica un insieme di atti vessatori e persecutori, reiterati nel tempo all’interno dell’ambiente lavorativo, attuati da superiori o colleghi nei confronti di un lavoratore. L’obiettivo, spesso implicito, è quello di isolare la vittima, umiliarla o indurla a lasciare volontariamente il posto di lavoro. Questo fenomeno, reso noto inizialmente in ambito internazionale fin dagli anni ’80, è purtroppo presente in numerose realtà aziendali, a prescindere dalle dimensioni, dal settore di attività e dalla posizione gerarchica del lavoratore vittima di abusi.
Negli ultimi decenni, l’attenzione verso lo stress lavoro-correlato, il burnout e la protezione della dignità del lavoratore è notevolmente aumentata. Il mobbing rientra tra questi fenomeni lesivi, in quanto mina profondamente l’equilibrio psicologico e relazionale della persona, generando conflitti, danni alla salute e pesanti ripercussioni sulla produttività.
Le Cause del Mobbing
Perché si verifica il mobbing? Le ragioni alla base di questi comportamenti ostili possono essere molteplici. Eccone alcune di frequente riscontro:
- Rivalità professionali: scontri legati a promozioni, avanzamenti di carriera o obiettivi individuali che sfociano in atteggiamenti aggressivi.
- Problemi di leadership: una gestione autoritaria o confusa da parte dei vertici aziendali può generare un clima di insicurezza, favorendo la nascita di comportamenti vessatori verso colleghi ritenuti “deboli”.
- Discriminazioni: il mobbing può essere strettamente connesso a discriminazioni di genere, etnia, religione o età. In tal caso, si parla di condotte mirate a emarginare chi è percepito come “diverso”.
- Invidia e insicurezza: la scarsa autostima o la paura di perdere posizioni di rilievo possono spingere i colleghi a utilizzare la violenza psicologica come strumento di autoaffermazione.
- Mancanza di comunicazione interna: in aziende dove non esistono canali di ascolto e dialogo strutturati, conflitti minori possono degenerare in situazioni di mobbing duraturo.
È fondamentale comprendere che dietro al mobbing non c’è quasi mai un singolo fattore, bensì un contesto in cui la mancanza di regole chiare e un clima organizzativo malsano consentono lo sviluppo di azioni lesive e ripetute nel tempo.
Tipologie di Mobbing
Il mobbing può manifestarsi in vari modi, a seconda della posizione gerarchica di chi perpetra le vessazioni e delle tecniche utilizzate:
Mobbing Orizzontale
Avviene tra colleghi di pari livello gerarchico. Un gruppo si coalizza contro uno o più individui, isolandoli, diffondendo maldicenze o sabotando il loro lavoro. Spesso si verifica in contesti ad alta competitività, dove la paura di perdere terreno spinge a comportamenti aggressivi per mantenere o acquisire potere informale.
Mobbing Verticale Discendente
È il caso in cui un superiore gerarchico agisce con continui comportamenti vessatori verso un proprio subordinato. Può trattarsi di carichi di lavoro eccessivi, umiliazioni pubbliche, assegnazioni di mansioni dequalificanti o critiche ingiustificate. L’obiettivo, spesso, è spingere il dipendente ad andarsene oppure annullarne l’autonomia.
Mobbing Verticale Ascendente
Meno frequente, ma non raro, è il mobbing esercitato da un gruppo di subordinati verso un superiore, ritenuto incompetente o inviso. In tal caso, si mettono in atto strategie per ostacolarne l’operato, boicottarne decisioni o delegittimarne la leadership.
Mobbing Strategico
Alcune aziende possono mettere in atto vere e proprie politiche di mobbing strategico: identificano dei lavoratori da “fare fuori” per motivi economici o organizzativi e attuano pressioni sistematiche volte a incentivarne le dimissioni, in modo da evitare una procedura di licenziamento e i relativi costi.
Casi Pratici e Segnali da Non Ignorare
Riconoscere il mobbing non è sempre immediato. Le vittime tendono talvolta a minimizzare o a ritenere che si tratti di semplici “scaramucce da ufficio”. Invece, ci sono segnali inequivocabili che non dovrebbero essere sottovalutati:
- Esclusione sistematica: la vittima viene estromessa da riunioni, attività importanti e momenti di socializzazione o team building.
- Umiliazioni pubbliche: richiami verbali o scritti davanti ad altri colleghi, email con tono accusatorio in copia a tutta la squadra.
- Critiche distruttive: osservazioni formulate in modo provocatorio, senza alcuna finalità costruttiva, spesso su dettagli irrilevanti.
- Diffusione di voci denigratorie: pettegolezzi mirati a screditare la reputazione personale e professionale.
- Demansionamento: compiti ripetitivi, di basso profilo, palesemente inadeguati rispetto al livello di competenze del lavoratore.
- Isolamento psicologico: la persona percepisce un clima di ostilità generale, con colleghi che evitano il dialogo o manifestano apertamente rancore e disprezzo.
Un dato significativo: secondo alcune indagini sindacali e ricerche condotte dall’ISTAT, oltre il 10% dei lavoratori italiani afferma di aver subìto comportamenti ostili, anche se non sempre formalmente denunciati come mobbing.
Conseguenze del Mobbing
Il mobbing lascia ferite profonde, non solo a livello emotivo ma anche fisico e sociale. Tra le principali conseguenze figurano:
- Stress cronico e ansia: la tensione costante può sfociare in patologie psicosomatiche, insonnia e stati di agitazione persistenti.
- Depressione e abbassamento dell’autostima: la vittima sente di “non valere” e di non essere in grado di svolgere il proprio lavoro.
- Burnout: particolare forma di esaurimento emotivo e professionale, spesso connessa a carichi di lavoro eccessivi e mancanza di supporto.
- Isolamento sociale: la persona può tendere a chiudersi in se stessa, evitando contatti e attività conviviali per paura di ulteriori attacchi.
- Diminuzione della produttività: il peggioramento delle performance lavorative crea un circolo vizioso che alimenta ancor più le critiche negative.
Sul piano fisico, si possono manifestare disturbi di varia natura: ipertensione, cefalee ricorrenti, disturbi gastrointestinali, fino a gravi sintomatologie di natura psicosomatica. In alcuni casi, il lavoratore si vede costretto ad assentarsi frequentemente per malattia, aggravando ulteriormente la propria condizione di emarginazione.
Riferimenti Normativi in Italia
In Italia, non esiste una legge specifica che disciplini il fenomeno del mobbing in modo organico. Tuttavia, esistono diverse norme e pronunce giurisprudenziali che lo inquadrano e consentono di tutelare il lavoratore vittima di tali condotte.
- Art. 2087 del Codice Civile: obbliga il datore di lavoro a “adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro.” Questa disposizione è spesso impiegata in sede giudiziaria nei casi di mobbing.
- Statuto dei Lavoratori (Legge n. 300/1970): pur non nominando espressamente il mobbing, tutela la libertà e la dignità del lavoratore, vietando discriminazioni e comportamenti lesivi.
- D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro): prevede l’obbligo di valutare anche i rischi psicosociali, tra cui stress lavoro-correlato e fattori di disagio organizzativo.
- Pronunce della Corte di Cassazione: la giurisprudenza ha più volte riconosciuto il diritto al risarcimento per il lavoratore che riesca a dimostrare la continuità, la finalità persecutoria e il nesso causale tra i comportamenti subìti e il danno alla salute. Ad esempio, in alcune sentenze (Cass. Civ. Sez. Lav. n. 10037/2015, n. 24818/2016, etc.), la Suprema Corte ha ribadito la necessità di una prova rigorosa, ma ha anche tracciato linee guida più chiare per identificare il fenomeno.
L’insieme di queste norme, supportate dalle sentenze della giurisprudenza, permette di riconoscere e contrastare il mobbing, sebbene la strada giudiziaria possa essere complessa e richiedere tempi lunghi.
Danno Biologico, Morale ed Esistenziale
Quando si tratta di richiedere un risarcimento, la giurisprudenza italiana ammette diverse tipologie di danno connesse al mobbing:
- Danno Biologico: concerne la lesione dell’integrità psicofisica della persona, valutabile anche in termini medico-legali. L’eventuale patologia insorta, come depressione o disturbi d’ansia documentati, può essere quantificata.
- Danno Morale: riguarda la sofferenza interiore, il dolore patito a causa di offese, umiliazioni e perdita di autostima. Non sempre facile da quantificare, ma può essere riconosciuto dal giudice.
- Danno Esistenziale: colpisce la sfera relazionale, sociale, affettiva e lavorativa del soggetto, alterandone profondamente la qualità della vita. Ad esempio, può tradursi nell’impossibilità di frequentare luoghi di svago o nel rifiuto di partecipare ad attività sociali, per le conseguenze psicologiche subìte.
La dimostrazione di questi danni richiede spesso documentazione medica, testimonianze e, in casi complessi, consulenze tecniche di parte o d’ufficio. Un supporto legale specializzato diventa pertanto essenziale.
Come Difendersi dal Mobbing
Se ti trovi a subire atti di mobbing, è importante sapere che esistono diverse azioni possibili per difendere la tua salute e i tuoi diritti:
Raccogliere e Conservare le Prove
Documentare ogni episodio di vessazione è fondamentale. Conserva email, messaggi, note interne, segna date, orari e persone presenti. Questa “memoria storica” risulterà decisiva in caso di azione legale.
Richiedere Supporto Legale
Contattare un avvocato specializzato in diritto del lavoro o un patronato sindacale può offrire un quadro chiaro sulle opportunità di tutela. In alcuni casi, è possibile tentare una conciliazione o una mediazione prima di intraprendere la via giudiziaria.
Farsi Aiutare da uno Psicologo
Il sostegno di uno psicologo del lavoro o di un psicoterapeuta può risultare determinante per gestire lo stress e rielaborare le esperienze negative. Inoltre, una relazione clinica potrebbe costituire un elemento probatorio utile in sede giudiziaria.
Segnalare ai Referenti Interni o all’Ispettorato
Molte aziende sono dotate di referenti HR o figure preposte a ricevere segnalazioni di comportamenti illeciti. Se l’organizzazione non agisce in modo adeguato, è possibile rivolgersi all’Ispettorato Nazionale del Lavoro per denunciare formalmente la situazione.
Ruolo dei Sindacati e delle Associazioni
I sindacati sono spesso in prima linea nella tutela dei diritti dei lavoratori. Possono offrire:
- Assistenza legale: mettendo in contatto il lavoratore con avvocati o patronati specializzati.
- Mediazione con l’azienda: in alcuni casi, un intervento formale del sindacato può spingere il datore di lavoro a rivedere i propri comportamenti o ad aprire un canale di dialogo.
- Supporto psicologico: alcuni sindacati e associazioni prevedono consulenze psicologiche per aiutare la vittima ad affrontare le ripercussioni emotive.
In Italia, esistono anche centri antimobbing e associazioni no-profit dedicate alla prevenzione e al contrasto del fenomeno, come il Centro Studi e Ricerche Mobbing-ANMIL, che offrono consulenze personalizzate e supporto psicologico.
Strategie di Prevenzione per le Aziende
Prevenire il mobbing è un vantaggio sia per i lavoratori che per i datori di lavoro, poiché un clima aziendale sano favorisce la produttività e riduce il rischio di controversie legali. Ecco alcune best practice:
Definire un Codice Etico
Le aziende dovrebbero adottare un codice di condotta interno, chiaro e vincolante, che sanzioni ogni forma di discriminazione o violenza psicologica. Questo documento va condiviso con tutti i dipendenti e costantemente aggiornato.
Formazione e Sensibilizzazione
Organizzare corsi di formazione su temi come la comunicazione efficace, la gestione dello stress e la risoluzione dei conflitti aiuta a creare una cultura aziendale basata sul rispetto reciproco.
Canali di Ascolto Interni
Stabilire procedure di segnalazione anonima o nominare un responsabile delle risorse umane dedicato alla gestione di conflitti interni consente di individuare precocemente situazioni di malessere e intervenire in modo tempestivo.
Valutazione dei Rischi Psicosociali
La normativa sulla sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/2008) richiede di considerare anche i rischi psicosociali. In tale ottica, le aziende possono condurre audit interni, questionari anonimi e colloqui per monitorare la qualità del clima organizzativo e prevenire il mobbing.
Domande Frequenti sul Mobbing
1. Il mobbing è considerato un reato penale?
In Italia, il mobbing non è tipizzato come reato autonomo nel Codice Penale. Tuttavia, alcuni comportamenti (ad esempio diffamazione, ingiurie o minacce) possono essere perseguiti penalmente. La principale tutela rimane, però, in ambito civile e del lavoro, dove il lavoratore può chiedere un risarcimento e la reintegrazione in caso di licenziamento illegittimo.
2. Quanto tempo può durare una causa per mobbing?
I tempi variano a seconda della complessità del caso e del carico di lavoro dei tribunali. Una causa può durare da alcuni mesi fino a diversi anni. In alcuni casi, è possibile optare per procedure alternative di risoluzione delle controversie, come mediazione o arbitrato, per ridurre la durata.
3. Se subisco mobbing, posso presentare subito le dimissioni per giusta causa?
Sì, le dimissioni per giusta causa sono ammissibili se si dimostra che le condotte vessatorie rendono impossibile la prosecuzione del rapporto di lavoro. In tale caso, si conserva il diritto alla NASpI (indennità di disoccupazione). Tuttavia, è fortemente consigliato farsi assistere da un legale per valutare adeguatamente le prove e le prospettive di vittoria in un eventuale giudizio.
4. Come può aiutarmi il medico competente aziendale?
Il medico competente, nominato dal datore di lavoro ai sensi del D.Lgs. 81/2008, ha il compito di valutare la salute e la sicurezza del dipendente. Può segnalare situazioni a rischio, evidenziando eventuali patologie connesse allo stress lavoro-correlato e proponendo interventi correttivi.
5. Quali sono le differenze tra mobbing, straining e bossing?
– Mobbing: serie di atti persecutori continuati nel tempo.
– Straining: forme di pressione psicologica con minore intensità, ma pur sempre in grado di generare un disagio costante.
– Bossing: termine spesso usato per indicare il mobbing “dall’alto” (verticale discendente) attuato dai dirigenti per favorire le dimissioni del lavoratore.
Risorse Esterne
Ecco alcuni link utili per chi desidera approfondire l’argomento o richiedere supporto:
Conclusioni
Il mobbing rappresenta una reale minaccia al benessere del lavoratore e al corretto funzionamento dell’ambiente di lavoro. Riconoscerlo tempestivamente e intervenire con gli strumenti legali e psicologici adeguati è il primo passo per contrastarne gli effetti devastanti.
D’altro canto, le aziende virtuose si impegnano nella prevenzione, investendo in formazione, codici etici, valutazioni dei rischi psicosociali e canali di ascolto interni, poiché un clima aziendale sano favorisce la produttività, il benessere e la reputazione di tutti i soggetti coinvolti.
Nota Bene: Le informazioni contenute in questo articolo hanno finalità puramente divulgative e non sostituiscono in alcun modo il parere di un professionista. In presenza di situazioni di mobbing o sospetto tale, è consigliabile rivolgersi a figure specializzate (avvocati, sindacati, psicologi) per un esame approfondito del caso.