⚖️ Art. 185-bis c.p.c. ⏱️ Fino all’udienza di rimessione

⚡️ Proposta conciliativa: vantaggi, tempi e rischi economici

Strumento cardine di deflazione del contenzioso: riduce tempi e costi, ma il rifiuto senza motivo può comportare condanna alle spese post-proposta e incide su Legge Pinto.

  • ⏰ Tempi Riduzione fino a ~60%
  • 💰 Spese Rischio spese post-rifiuto
  • 📅 Timing 1ª udienza → rimessione
  • 📊 Trend Uso in crescita 2024–2025

💡 Quick Win: cosa ricordare in 30 secondi

  • Facoltativa, non automatica: il giudice formula la proposta “ove possibile”.
  • Finestra temporale: dalla prima udienza fino alla fissazione dell’udienza di rimessione.
  • Rifiuto: se ingiustificato e l’esito ≤ proposta → spese post-proposta a tuo carico (art. 91 c.p.c.).
  • Legge Pinto: rifiuto irragionevole = niente indennizzo per durata irragionevole.
  • Ambito: solo diritti disponibili; attenzione a lavoro pubblico/famiglia/PA.
📅 Ultimo aggiornamento: Luglio 2025 | Verificato con normativa vigente

📝 Cosa è la Proposta Conciliativa Art. 185-bis C.P.C.

La proposta conciliativa ex art. 185-bis del Codice di Procedura Civile rappresenta uno degli strumenti più innovativi introdotti nel processo civile italiano per favorire la definizione bonaria delle controversie. Questo istituto, inserito nel tessuto normativo con il D.L. 21 giugno 2013, n. 69 (convertito dalla L. 9 agosto 2013, n. 98), conferisce al giudice la facoltà di formulare proposte transattive o conciliative durante il corso del processo.

Testo Normativo Vigente (Post Riforma Cartabia)

Art. 185-bis c.p.c.: “Il giudice, alla prima udienza, ovvero fino al momento in cui fissa l’udienza di rimessione della causa in decisione, formula alle parti ove possibile, avuto riguardo alla natura del giudizio, al valore della controversia e all’esistenza di questioni di facile e pronta soluzione di diritto, una proposta transattiva o conciliativa. La proposta di conciliazione non può costituire motivo di ricusazione o astensione del giudice.”

📅 Modifica: D.Lgs. 149/2022 (Riforma Cartabia) – In vigore per procedimenti introdotti dopo il 28 febbraio 2023

Fonte ufficiale: Normattiva.it – Art. 185-bis C.P.C.

🔍 Natura Giuridica e Ambito di Applicazione

L’istituto si inserisce nella più ampia strategia di deflazione del contenzioso civile, ma la sua applicazione è limitata ai diritti disponibili, con specifiche esclusioni che è fondamentale conoscere.

Ambito Soggettivo: Limiti e Esclusioni

  • Applicabile solo a diritti disponibili: Confermato dall’art. 38 D.Lgs. 164/2024 che mantiene invariato questo requisito essenziale
  • Esclusa materia lavoro pubblico: Non si applica ai rapporti di pubblico impiego (competenza giudice amministrativo)
  • Materia familiare: Limitazioni per questioni concernenti lo status (separazione, divorzio)
  • Contenziosi con P.A.: Particolare disciplina per responsabilità contabile (v. infra)

Fonte specifica: D.Lgs. 164/2024, art. 38 – Testo a fronte FIIF

La proposta conciliativa del giudice mira a:

  • Ridurre i tempi processuali attraverso definizioni anticipate
  • Contenere i costi del contenzioso per tutte le parti coinvolte
  • Favorire soluzioni condivise che tengano conto degli effettivi interessi in gioco
  • Alleggerire il carico degli uffici giudiziari

🔗 La “Filiera” degli Strumenti Conciliativi nel C.P.C.

L’art. 185-bis c.p.c. si inserisce in un sistema coordinato di strumenti conciliativi che il legislatore ha progressivamente rafforzato per favorire la composizione bonaria delle controversie.

Art. 185 c.p.c. 🤝

Tentativo su richiesta

Conciliazione su istanza congiunta delle parti

Iniziativa: Delle parti

Art. 185-bis c.p.c.

Proposta del giudice

Conciliazione/transazione su iniziativa del magistrato

Iniziativa: Del giudice

Art. 420 c.p.c. 🏭

Rito del lavoro

Tentativo obbligatorio nelle controversie lavoristiche

Iniziativa: Obbligatoria per legge

Questa “filiera conciliativa” dimostra l’evoluzione del processo civile verso un modello che privilegia la composizione negoziale delle controversie, pur mantenendo la garanzia del contraddittorio e del giusto processo.

Conciliazione vs Transazione: Le Due Anime dell’Art. 185-bis

La norma distingue chiaramente tra proposta conciliativa e proposta transattiva, configurando due istituti giuridicamente distinti:

Tipologia Oggetto Finalità Natura
Proposta conciliativa 🤝 Limitata alla materia del contendere Soluzione condivisa delle pretese dedotte in giudizio Accordo processuale su diritti disponibili
Proposta transattiva 📄 Può riguardare anche rapporti ulteriori Composizione mediante reciproche concessioni Contratto ex art. 1965 c.c.

🛠 Come Funziona in Pratica: Procedura Step-by-Step

La procedura di formulazione della proposta conciliativa segue un iter ben definito che si sviluppa lungo tutto l’arco del processo di primo grado, dalla prima udienza fino alla fissazione dell’udienza di rimessione della causa in decisione.

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FASE 1: Prima Udienza 🏁

Momento di Possibile Formulazione Iniziale

Il giudice può formulare una prima proposta conciliativa già in prima udienza, valutando gli elementi emersi dalle prime dichiarazioni delle parti. Questa fase è particolarmente strategica per controversie con alto grado di predittibilità dell’esito.

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FASE 2: Trattazione e Istruttoria 📈

Perfezionamento della Proposta

Durante la fase istruttoria, con l’acquisizione di prove e CTU, il giudice può affinare o riformulare la proposta conciliativa sulla base degli elementi emersi. Questo è il momento di maggiore utilizzo dell’istituto.

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FASE 3: Fissazione Udienza di Rimessione

Nuovo Termine Ultimo (Riforma Cartabia)

Limite invalicabile post-2023: Il giudice non può più formulare proposte conciliative dal momento in cui fissa l’udienza di rimessione della causa in decisione. Questo anticipa rispetto alla precedente “chiusura istruttoria” e si coordina con l’art. 281-quater c.p.c. sulla motivazione sintetica.

📋 Criteri di Valutazione del Giudice

La formulazione della proposta conciliativa non è automatica ma è subordinata alla discrezionalità motivata del giudice, che deve considerare tre parametri normativamente fissati:

  • Natura del giudizio: Compatibilità con il tipo di controversia (diritti disponibili)
  • Valore della controversia: Proporzionalità tra impegno processuale e beneficio atteso
  • Questioni di facile e pronta soluzione: Presenza di aspetti giuridici non complessi

📝 Modalità di Formulazione

La proposta conciliativa può essere formulata dal giudice secondo diverse modalità operative:

  • In udienza pubblica con verbalizzazione immediata
  • In camera di consiglio con successiva comunicazione
  • Su sollecitazione delle parti o di propria iniziativa
  • Con termini specifici per la riflessione e risposta delle parti

📈 Evoluzione Normativa: Dal 2013 a Oggi

L’art. 185-bis c.p.c. ha subito una significativa modifica tra la versione originaria del decreto legge e quella definitiva della legge di conversione, cambiamento che ha profondamente influenzato l’applicazione pratica dell’istituto.

Modifica Fondamentale: Da Obbligo a Facoltà

Testo originario D.L. 69/2013: “Il giudice […] DEVE formulare alle parti una proposta transattiva o conciliativa. Il rifiuto […] senza giustificato motivo, costituisce comportamento valutabile dal giudice ai fini del giudizio.”

Testo attuale (L. 98/2013): “Il giudice […] formula alle parti ove possibile […] una proposta transattiva o conciliativa.”

📅 Impact della Riforma Cartabia (2023-2025)

La Riforma Cartabia ha introdotto modifiche significative che incidono direttamente sull’applicazione dell’art. 185-bis c.p.c. La principale innovazione riguarda l’anticipazione del momento limite per la formulazione della proposta conciliativa.

Questa modifica si coordina strategicamente con altre innovazioni processuali, creando un sistema più efficiente e snello.

Coordinamento con Art. 281-quater c.p.c.

La nuova formulazione si coordina con l’art. 281-quater c.p.c. sulla motivazione sintetica, che ha modificato le tempistiche processuali.

Il giudice deve ora valutare l’opportunità della proposta conciliativa in relazione al nuovo momento di rimessione della causa in decisione, rendendo più strategico il timing della formulazione.

Periodo Limite temporale Strategia Approccio
Prima della riforma (2013-2023) Chiusura istruttoria Margine temporale più ampio Valutazione post-istruttoria
Oggi (Post Cartabia) 🚀 Fissazione udienza rimessione Timing anticipato e stringente Valutazione tempestiva necessaria

📊 Impact della Modifica nella Prassi

Il passaggio da “deve” a “ove possibile” ha comportato conseguenze significative:

PRIMA (Obbligo) 🚫

  • Formulazione obbligatoria
  • Sanzioni per il rifiuto
  • Maggiore rigidità applicativa

OGGI (Facoltà) ✅

  • Discrezionalità motivata
  • Valutazione caso per caso
  • Maggiore flessibilità operativa

📅 Timeline Normativa Dettagliata

21 Giugno 2013 – D.L. 69/2013

Introduzione dell’art. 185-bis con obbligo di formulazione della proposta conciliativa e sanzioni per il rifiuto ingiustificato.

9 Agosto 2013 – L. 98/2013

Conversione con modifiche sostanziali: eliminazione dell’obbligo e delle sanzioni dirette per il rifiuto della proposta.

28 Febbraio 2023 – D.Lgs. 149/2022 (Riforma Cartabia)

Modifica del timing: Sostituito il limite temporale da “sino a quando è esaurita l’istruzione” a “fino al momento in cui fissa l’udienza di rimessione della causa in decisione”, anticipando il termine ultimo per la formulazione della proposta.

Fonte ufficiale: Gazzetta Ufficiale – D.Lgs. 149/2022

15 Settembre 2024 – D.Lgs. 164/2024 (Correttivo Cartabia)

Consolidamento dell’impianto: Conferma delle modifiche alla tempistica dell’art. 185-bis e chiarimento dei termini transitori per i procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore della Riforma.

Fonte ufficiale: Gazzetta Ufficiale – D.Lgs. 164/2024

2023-2025 – Evoluzione Giurisprudenziale Post-Cartabia

Consolidamento dell’interpretazione delle nuove tempistiche e sviluppo delle best practices applicative coordinate con l’art. 281-quater c.p.c. (motivazione sintetica) nei diversi tribunali italiani.

💰 Conseguenze del Rifiuto: Aspetti Economici e Processuali

Nonostante l’eliminazione delle sanzioni dirette nella versione definitiva dell’art. 185-bis, il rifiuto della proposta conciliativa può ancora comportare conseguenze economiche significative.

Il meccanismo principale opera attraverso l’applicazione dell’art. 91, comma 1, secondo periodo, del c.p.c., che prevede specifiche sanzioni economiche per chi rifiuta senza giustificato motivo.

Art. 91 C.P.C. – Conseguenze Economiche del Rifiuto

Principio fondamentale: “Se accoglie la domanda in misura non superiore all’eventuale proposta conciliativa, condanna la parte che ha rifiutato senza giustificato motivo la proposta al pagamento delle spese del processo maturate dopo la formulazione della proposta.”

🧮 Meccanismo di Calcolo delle Spese

Il meccanismo sanzionatorio opera secondo un criterio di proporzionalità tra proposta e risultato finale:

Se il giudice accoglie la domanda in misura uguale o inferiore alla proposta conciliativa formulata, la parte che ha rifiutato senza giustificato motivo sarà condannata al pagamento delle spese processuali maturate successivamente alla formulazione della proposta.

📈 Esempio Pratico di Calcolo

📋 Caso Concreto: Controversia Contrattuale

  • Valore richiesto: € 50.000
  • Proposta giudiziale: € 30.000 (formulata dopo CTU)
  • Rifiuto del convenuto senza giustificato motivo
  • Sentenza finale: Condanna per € 25.000
  • Risultato: Convenuto condannato alle spese post-proposta (stimabili in € 8.000-12.000)

💰 Profili Fiscali della Conciliazione: Aspetti Tributari

Gli aspetti fiscali degli accordi conciliativi rappresentano una questione spesso trascurata ma di fondamentale importanza pratica. La corretta qualificazione tributaria può influenzare significativamente la convenienza dell’accordo.

È essenziale distinguere tra diverse tipologie di accordi per determinare il corretto trattamento fiscale e gli adempimenti necessari.

📊 Trattamento Tributario degli Importi Conciliativi

  • Natura risarcitoria: Se l’accordo ha natura risarcitoria, generalmente non costituisce reddito imponibile per il beneficiario
  • Natura transattiva: Importi con natura transattiva possono avere rilevanza reddituale (valutazione caso per caso)
  • IVA: Applicabilità dell’IVA in base alla natura dell’operazione sottostante (prestazione professionale, cessione beni, etc.)
  • Deducibilità spese legali: Le spese legali sostenute per raggiungere l’accordo mantengono la deducibilità fiscale
  • Registrazione: Accordi con valore superiore a € 3.000 soggetti a registrazione (imposta fissa € 200)

📈 Esempio Pratico: Controversia Commerciale

Scenario: Accordo conciliativo per € 50.000 in controversia contrattuale tra imprese

  • IVA: Applicabile se l’importo si riferisce a prestazioni soggette
  • Deducibilità: Per il soggetto passivo, l’importo può essere deducibile se inerente all’attività
  • Registrazione: Obbligatoria entro 20 giorni (imposta fissa € 200)
  • Spese legali: Mantenimento della deducibilità per entrambe le parti

Riferimento tecnico: Per approfondimenti sui profili IVA e reddituali, si rinvia alla Circolare AE n. 23/E/2020 sui chiarimenti in materia di trattamento fiscale degli accordi transattivi.

📖 Rapporti con la Legge Pinto

Un aspetto spesso trascurato riguarda l’interazione tra proposta conciliativa e indennizzo per irragionevole durata del processo (Legge Pinto). L’art. 2, comma 2-quinquies della L. 89/2001 prevede che non sia riconosciuto alcun indennizzo nei casi di cui all’art. 91, primo comma, secondo periodo, del c.p.c.

🚨 Attenzione: Esclusione Indennizzo Legge Pinto

La parte che rifiuta una proposta conciliativa e poi ottiene in sentenza un risultato non superiore alla proposta, oltre alle spese processuali, perde anche il diritto all’indennizzo per l’eventuale irragionevole durata del processo.

Ultimi Arresti della Cassazione: “Rinuncia Implicita”

La giurisprudenza di legittimità più recente ha chiarito che la condotta processuale delle parti può configurare una “rinuncia implicita” al diritto all’indennizzo ex Legge Pinto:

Cass. Civ. n. 8743/2024

Principio consolidato: Il rifiuto manifestamente irragionevole della proposta conciliativa comporta automaticamente l’esclusione dall’indennizzo, anche se il processo eccede la ragionevole durata.

Orientamento giurisprudenziale consolidato 2024

Valutazione ex ante: La ragionevolezza del rifiuto deve essere valutata al momento della formulazione della proposta, non alla luce dell’esito finale del processo. Questo principio è ormai pacifico nella giurisprudenza di legittimità.

🏤 Responsabilità Contabile P.A.: Novità Post-Cartabia

La Riforma Cartabia ha introdotto importanti novità per i contenziosi che coinvolgono la Pubblica Amministrazione, con particolare riferimento alla responsabilità contabile degli amministratori.

🆕 Art. 11-bis D.Lgs. 28/2010 (Introdotto da D.Lgs. 149/2022)

Novità fondamentale: Nei contenziosi con la P.A., l’accordo conciliativo raggiunto in sede di proposta ex art. 185-bis c.p.c. esclude la responsabilità contabile dell’amministratore che ha autorizzato la transazione, purché:

  • Motivazione adeguata: L’accordo sia sorretto da motivazione congrua
  • Convenienza economica: Dimostrazione del rapporto costi-benefici favorevole
  • Rispetto procedura: Osservanza delle procedure interne di autorizzazione
  • Assenza dolo: Esclusione di condotte dolose o colpa grave

Fonte ufficiale: D.Lgs. 28/2010 coordinato – Normattiva.it

Questa novità rappresenta un significativo incentivo per le Pubbliche Amministrazioni a valutare favorevolmente le proposte conciliative, rimuovendo il timore della responsabilità contabile personale degli amministratori.

📑 Casistica e Orientamenti Giurisprudenziali

L’applicazione dell’art. 185-bis c.p.c. ha generato una ricca casistica giurisprudenziale che evidenzia le potenzialità e le criticità dell’istituto. Analizziamo i precedenti più significativi e le best practices sviluppate dai tribunali italiani.

📈 Giurisprudenza Recente 2024-2025: Nuovi Orientamenti

Gli sviluppi giurisprudenziali più recenti hanno chiarito aspetti cruciali dell’applicazione dell’art. 185-bis c.p.c. La giurisprudenza del 2024-2025 ha rafforzato sia gli obblighi delle parti che le conseguenze del rifiuto ingiustificato.

Particolare attenzione è stata dedicata alla definizione di “giustificato motivo” per il rifiuto e alle sanzioni applicabili in caso di condotta abusiva.

Decisione Punto Chiave Impact
Trib. Salerno 8 apr. 2025, n. 1548 Obbligo delle parti di valutare “seriamente” la proposta; rifiuto superficiale = abuso del processo Maggiore responsabilizzazione
Trib. Bari n. 4909/2024 Legittima la compensazione integrale delle spese se la parte ottiene risultato peggiore 💰 Deterrente economico rafforzato
Cass. Civ. ord. 7 feb. 2024, n. 3452 Conferma condanna alle spese post-proposta e legame con art. 96 c.p.c. Consolidamento principi
Focus Palermo 2024 Condanna ex art. 96 c.3 per condotta abusiva dopo rifiuto della proposta 🚫 Sanzioni per abuso processuale

💡 Trend Emergente: Valutazione “Seria” Obbligatoria

La giurisprudenza 2024-2025 sta consolidando il principio per cui le parti hanno l’obbligo di valutare seriamente e motivatamente la proposta conciliativa. Il rifiuto puramente dilatorio o tattico può configurare abuso del processo con conseguenze sia economiche (spese) che sanzionatorie (art. 96 c.p.c.).

Approfondimenti:

🏆 Case Study: Il Successo del Tribunale di Milano

La Sezione IX Civile del Tribunale di Milano ha sviluppato una sperimentazione particolarmente efficace nell’applicazione dell’art. 185-bis c.p.c., diventando un punto di riferimento nazionale per le best practices conciliative nei procedimenti ex art. 316, comma IV, c.c. (rito partecipativo).

📊 Esempio Virtuoso: Scioglimento Comunione (Trib. Milano, Sez. IX, 14 nov. 2013)

Proposta formulata: “La ex moglie potrebbe acquistare la quota di casa del marito: € 160.000 (valore quota) da cui detrarre quota TFR spettante (€ 30.000) = residuo da versare € 130.000.”

Risultato: Accordo immediato con definizione integrale del contenzioso familiare.

📝 Orientamenti Consolidati

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Limiti Temporali Post-Cartabia

Principio consolidato: La proposta deve essere formulata prima della fissazione dell’udienza di rimessione in decisione (non più solo “chiusura istruttoria”). La Riforma Cartabia ha anticipato questo momento, coordinandolo con l’art. 281-quater c.p.c. sulla motivazione sintetica.

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Motivazione Dettagliata

Best practice: La proposta deve essere sufficientemente motivata per consentire alle parti una valutazione consapevole e giustificare l’eventuale rifiuto.

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Composizione Integrale

Evoluzione interpretativa: La proposta può riguardare l’intero contenzioso tra le parti, non solo la singola controversia pendente.

🛠 Innovazioni Procedurali

Alcuni tribunali hanno sviluppato modalità innovative di applicazione dell’istituto:

  • Tribunale di Palermo (2014): Combinazione tra proposta ex art. 185-bis e successiva mediazione ex officio iudicis
  • Tribunale di Napoli: Formulazione di proposte particolarmente dettagliate con analisi costi-benefici
  • Tribunale di Roma: Estensione dell’applicazione ai procedimenti camerali e sommari

🧮 Tool: Calcolatore Convenienza Economica

Per supportare la valutazione strategica di una proposta conciliativa, abbiamo sviluppato un calcolatore che analizza la convenienza economica considerando tutti i fattori rilevanti.

📊 Calcolatore Convenienza Proposta Conciliativa

📈 Analisi Costi-Benefici Completa

Valore Atteso 1° Grado
€ 0
Valore Atteso Finale
€ 0
Costo Totale Stimato
€ 0
Valore Tempo (NPV)
€ 0
Risultato Netto Processo
€ 0
Convenienza Proposta

🎯 Strategie Operative per Professionisti

L’efficace gestione della proposta conciliativa richiede una strategia articolata che consideri sia gli aspetti procedurali che quelli sostanziali della controversia.

📋 Checklist Pre-Valutazione

Analisi Procedurale

  • Analisi del merito: Valutazione realistica delle probabilità di successo
  • Calcolo costi-benefici: Stima completa delle spese processuali residue
  • Tempistiche processuali: Valutazione dei tempi di definizione del giudizio
  • Rischio Legge Pinto: Valutazione perdita indennizzo per irragionevole durata

Aspetti Strategici

  • Profili fiscali: Valutazione degli aspetti tributari (IVA, reddito, registrazione)
  • Interessi del cliente: Considerazione di esigenze di liquidità e certezza
  • Rapporti futuri: Impact su relazioni commerciali o personali continuative
  • Contenziosi P.A.: Considerazione vantaggi responsabilità contabile (art. 11-bis D.Lgs 28/2010)

🤝 Strategie di Negoziazione

Strategia Quando utilizzarla Approccio
Strategia collaborativa 📈 Rapporti continuativi, controversie complesse Dialogo costruttivo, proposte alternative, focus su interessi
Strategia competitiva Posizione forte, precedenti sfavorevoli Rifiuto motivato, richiesta miglioramenti

❓ FAQ: Domande Frequenti

No, la formulazione è facoltativa. Con la L. 98/2013, il legislatore ha modificato il testo originario eliminando l’obbligo. Il giudice formula la proposta “ove possibile”, valutando discrezionalmente la natura del giudizio, il valore della controversia e l’esistenza di questioni di facile soluzione.

Rischi la condanna alle spese processuali maturate dopo la formulazione della proposta (art. 91 c.p.c.). Inoltre, perdi il diritto all’eventuale indennizzo per irragionevole durata del processo ex Legge Pinto. È fondamentale valutare attentamente la convenienza economica.

Fino alla fissazione dell’udienza di rimessione in decisione. Con la Riforma Cartabia, il limite non è più la “chiusura dell’istruttoria” ma il momento in cui il giudice fissa l’udienza di rimessione della causa in decisione, anticipando il termine ultimo.

Sì, entro i limiti temporali previsti. Il giudice può riformulare o modificare la proposta fino alla fissazione dell’udienza di rimessione in decisione, soprattutto quando emergono nuovi elementi probatori. Le parti possono anche sollecitare modifiche o presentare controproposte.

Sì, secondo la giurisprudenza consolidata. La proposta può tenere conto di altre liti tra le parti, purché connesse con quella pendente, in modo da comporre il conflitto nel suo complesso. Questo approccio è particolarmente efficace nelle controversie familiari o commerciali.

Costituisce titolo esecutivo. L’accordo conciliativo viene verbalizzato e ha efficacia di titolo esecutivo ai sensi dell’art. 474 c.p.c., consentendo l’immediata esecuzione forzata in caso di inadempimento. Il processo si estingue per raggiungimento dell’accordo.

Maggiore responsabilizzazione delle parti. La giurisprudenza recente (Trib. Salerno n. 1548/2025, Cass. Civ. ord. 3452/2024) ha chiarito che le parti hanno l’obbligo di valutare seriamente la proposta. Il rifiuto puramente dilatorio può configurare abuso del processo con sanzioni ex art. 96 c.p.c.

Dipende dalla natura dell’accordo. Gli importi risarcitori generalmente non costituiscono reddito, mentre quelli transattivi possono averlo. È sempre dovuta l’IVA se applicabile alla prestazione sottostante. Le spese legali mantengono la deducibilità. Accordi sopra € 3.000 richiedono registrazione con imposta fissa € 200.

Novità importante con la Riforma Cartabia. L’art. 11-bis D.Lgs. 28/2010 prevede che l’accordo conciliativo esclude la responsabilità contabile dell’amministratore P.A. che autorizza la transazione, purché sia motivata e conveniente. Questo incentiva le P.A. a valutare favorevolmente le proposte conciliative.

Disclaimer Importante

Le informazioni contenute in questo articolo hanno carattere generale e informativo. Per valutazioni specifiche relative a controversie in corso, è sempre consigliabile consultare un avvocato specializzato in diritto processuale civile che possa analizzare nel dettaglio la situazione concreta e fornire consigli personalizzati.

Ultimo aggiornamento: Luglio 2025 – Verificato con normativa vigente post Riforma Cartabia (D.Lgs. 149/2022 e D.Lgs. 164/2024) e giurisprudenza più recente.

1 commento su “Proposta conciliativa ex art. 185-bis c.p.c.”

  1. Buongiorno,
    gradirei avere conferma circa l’obbligatorietà (e non la facoltà) del giudice del lavoro di formulare alle parti una proposta conciliativa nel corso della prima udienza del processo.
    E se il giudice non si attiene a tale procedura e lascia che siano le parti ad esperire il suddetto tentativo?
    Grazie.

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